Come lontano da Irene
Avanzare. È l'ossessione di ogni minatore. Strappare minerale alla terra. A ogni costo. E, nel frattempo, sopravvivere. È il secondo dopoguerra e il Belgio ha bisogno di braccia. Tante braccia, di lavoratori italiani, ragazzi giovani, quasi tutti sotto i trent'anni che lasciano le loro famiglie, fuggono via, perché per loro non c'è posto, per andare a grattare carbone nelle miniere. Tante storie, tutte diverse, eppure accomunate da un'unica storia, da un unico destino di miseria e sofferenza. Uomini con un passato da dimenticare, senza un futuro da costruire, che non fuggiranno mai, perché non si può scappare da se stessi. Uomini dalla sete di vendetta come Pietro, che stanco della solitudine trascorre le sue serate in compagnia dell'alcol; uomini infaticabili come Karol, l'ascensorista, che per garantire le cure al suo bimbo malato è disposto perfino a sottostare ai ricatti di un usuraio; o ancora uomini con un peso sul cuore come Giovanni, che sceglie il silenzio delle profondità della Terra per allontanarsi dalla "sua" Irene e da un passato a cui non sente di appartenere.
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