68. Caro sessantotto

68. Caro sessantotto

"Un diario Jacovitti anno scolastico 1967-68 e una separazione, una classe terza superiore e la disperazione, lettere ai compagni di classe e la piazza di lapislazzuli. Risultato: un alito sulle braci degli anni roventi, di cui non si è ancora detto tutto e non abbastanza, e un rammendo su un cuore ferito. Un pezzo di memoria da incastrare nella ricomposizione del 68 senza paura di vederne il disegno né il futuro appena passato." (Maria Elisabetta Montagni). Chi ha vissuto il Sessantotto e quegli anni ne è orgoglioso, chi è nato successivamente sente che qualcosa gli è mancato. Le visioni, oltre che storiche, anche personali, intime, poetiche, la presa di coscienza che si può anche aver sbagliato, alimentano tale concezione. Un libro che non è solo un ricordo o una rivisitazione storica, ma che può contribuire, soprattutto nei giovani, a risvegliare quel senso di appartenenza a una comunità, a degli ideali, a degli obiettivi che sembra oggi assopito tra una scatola quadrata e la ricerca dell'ultima tecnologia.
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