Lettera a me stessa
Una testimonianza di vita vera, quella che leggiamo in queste pagine, in cui ci sembra di percepire l'urlo del dolore e la rabbia dell'impotenza di fronte a un male che coglie alla sprovvista e con cui per forza bisogna fare i conti, a tu per tu con se stessi. Sì, perché "il dolore è tuo, solo tuo", è quasi impossibile una vera condivisione con gli altri, anche se ci sono vicini, fisicamente e sentimentalmente. E inizia un percorso duro, lacerante, fatto anche di scelte difficili, a volte impopolari. Dopo le cure si apre un nuovo mondo, una nuova visione delle cose e della sofferenza. Ma soprattutto si apre una vita di attesa, l'angoscia che il male possa ritornare. Il Male da affrontare, quel maledetto corpo estraneo che diventa quasi un insegnamento di vita, per capire quali sono le cose veramente importanti, per esorcizzare la paura della morte ma anche della vita. Per riuscire a viverla appieno.
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