Triade
Pensiero ricorrente, maledetto, devastante. Pensare a lei seguendo un'ispirazione che tarda ad arrivare, perché lei era la sua Musa. Poi il silenzio intorno a lui, un incontro forte e irriverente con il ricordo della sua immagine riflessa e confusa, da lungo persa di vista. D'improvviso la paura l'assale, paura di essere seguito, paura di rimanere solo con la sua ombra, anch'essa dimenticata e che vaga raminga nell'oscurità. Dove aveva sbagliato Marco? Che cosa aveva allontanato quella splendida creatura che ora, seduta in un bar, sorrideva a tutti tranne che a lui? Bevve ancora, erano ore che l'assenzio stava in quel bicchiere; richiamato dal suo potere evocativo sorseggiò il verde distillato e come in preda a una pazzia delirante scrisse repentinamente, ispirato dal moto del suo animo e incurante dei rumori assordanti provenienti dalla strada. Scrivendo aveva capito che non era stata lei il suo unico pensiero ma era solo lui il protagonista della storia; egli come un cavaliere aveva difeso il suo castello interiore dagli assalti di quell'amore sensuale e dirompente che lo aveva ispirato in tante occasioni.
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