Oblio
La silloge di Francesca Remigi rappresenta per certi versi un punto di stasi e, al contempo, l'inizio di un nuovo movimento. Traspare vivido il bisogno di fermarsi, di interrompere il flusso di pensieri, delle molteplici sensazioni ed emozioni, e di bloccarli sulla carta, in modo da poterli rielaborare e riorganizzare, in modo da cercare e trovare un nuovo impulso. Oblio segna il tempo dell'abbandono ai propri ricordi, che fluiscono copiosi e ininterrotti. In modo spontaneo e quasi incontrollato. La raccolta è un diario personale, che mostra al lettore i sentimenti e il vissuto più profondo dell'autrice, i suoi attimi più difficili, con coraggio e semplicità. Abbandono, certo, ma non necessariamente rinuncia: una pausa, lunga il tempo di un ricordo, nell'attesa di salire sul prossimo treno e andare via.
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