Trattasi di misera carne
La silloge di Jennifer Sciuchetti è un elogio alla lirica contemplativa, trasognata, del tutto priva di orpelli e di artifici autoreferenziali, che si alimenta della propria disarmante immediatezza. In questo libello la poesia riscopre il suo ruolo originario e peculiare: quello di scandagliatrice profonda dell'animo umano, in tutte le sue sfaccettature. Per l'autrice i versi sciolti e frammentati, in libere combinazioni di lunghezza, assonanze e rime (talvolta abbozzate, talvolta baciate), rappresentano lo strumento per esprimere il proprio spirito. Senza l'ombra di maschere o veli. La poetessa rivela il proprio mondo interiore, cantando con struggente intensità impressioni e sensazioni folgoranti, subitanee di una vita ancora giovane eppure già straordinariamente ricca di esperienze e di brividi forti.
Momentaneamente non ordinabile