Autobus
Un piccolo e delicato omaggio alla città di Genova, alla gente comune, quei pendolari o fruitori d'autobus occasionali che ogni giorno condividono brevi o lunghi tragitti, poche e intense parole o fiumi di fatui discorsi. I racconti di "Autobus" nascono per caso, lo spunto è dato dallo spintone di un maleducato che va di corsa, dal timido sguardo di una ragazza che tempestivo s'abbassa, una lacrima repressa, una risata incontrollabile, una battuta inopportuna, un inconfessabile segreto sulla bocca di tutti, un'opinione, un pregiudizio, un piede calpestato, una folata di vento che irrompe dal finestrino. Si incontrano sui mezzi pubblici migliaia di vite, esistenze ordinarie o straordinarie, fatte di atti e parole di sempre, soprattutto semplici e quotidiane. I personaggi, senza nome e senza volto, sono minuziose miniature di caratteri diversi, di vizi diffusi e rare virtù. Basta sedersi accanto a uno di loro per partecipare alle sue piccole imprese, cavalieri senza destriero, dame senza castello, giullari senza campanellini.
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