I portici del cuore
Uno zibaldone torrentizio e impetuoso nel quale convivono differenti anime e sensibilità. Ma anche un grande calderone stilistico nel quale confluiscono una notevole varietà di registri linguistici, attraverso cui l'autore esprime la sua poetica declinandola ora nel verso ricercato, forte di una sofisticata raffinatezza formale impreziosita dal ricorso massiccio ad artifici retorici, ora in una lirica discorsiva, lineare e prosastica, sostanzialmente priva di suggestioni evocative. In entrambi i casi il lettore rimane comunque colpito dalla solare spontaneità dei versi di Giuliano Mazzariol, che sacrifica ogni timidezza e ritrosia "adulta" sull'altare dell'espressività artistica, "denudando" i suoi sentimenti più intimi e votandosi totalmente a una poesia confidenziale, catartica: una Musa sublime e purificatrice a cui affidare lo strepito della propria interiorità. I Portici del Cuore è il buco della serratura attraverso il quale sgattaiolare furtivamente con lo sguardo nelle segrete stanze dello spirito dell'autore, a sua volta sollevato e ben felice all'idea di lasciarsi spiare.
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