Cenere
Cenere. Piccole cose, resti di un passato importante che si dissolve col tempo. Eppure qualcosa rimane, anche nello scorrere del tempo, nella consunzione della materia, quella cenere che è ricordo costante. Ma Cenere è anche il titolo della composizione di apertura di questa silloge, che è dedicata a quella figura paterna che purtroppo ha lasciato l'autore in giovanissima età. Il viaggio di Edoardo Spadaro inizia con un percorso che per certi versi ricorda le atmosfere del Crepuscolarismo, mentre per altri è legato a tutta la tradizione precedente, alla filosofia nietzschiana e kirkegaardiana e alla poetica di matrice foscoliano-leopardiana, mantenendo sempre stretto il contatto con il presente. Apre infatti questa silloge una breve Nota dell'autore, nella quale Edoardo Spadaro racconta di Derek e Margaret, che sono due nomi per dire persone qualunque, speciali nella loro univocità, e in essi fa il punto del rapporto col mondo, con la vita, la morte e perfino con la creazione.
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