Tempo d'attesa
Il fascino del conflitto. Manicheo, insanabile, lacerante. Totale. La poesia di Sunshine Faggio colpisce il lettore come un gancio diretto al volto. Lo stordisce, lo sconvolge, lo tocca. Nel profondo. Questa giovane autrice canta, con versi spesso "prosaici" (nella duplice accezione del termine: scritti nella forma tipicamente prosastica e, in senso figurato, duri, crudi, talvolta licenziosi), la poesia della contraddizione, del travaglio interiore. E i suoi componimenti lasciano il segno, assurgendo al rango di liriche dall'elevato potere visionario grazie alla dura e pura forza delle parole. Nel caso di Sunshine Faggio, l'intensità emotiva e la suggestione evocativa non si ottengono attraverso il ricorso a complessi artifici formali. La cifra poetica dell'autrice non si risolve certo in un ampolloso e autoreferenziale carosello di figure retoriche, ossimori, metonimie o metafore patinate ed eteree. In Tempo d'attesa, il carnevale dello stucchevole virtuosismo e del barocchismo stilistico lascia il posto a una giostra rutilante di immagini vivide, folgoranti. Trancianti.
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