La torre dei pazzi
Vita e scrittura, sensazioni ed emozioni, corpo e anima, dentro e fuori. La poesia di Angelo Grassi è composizione degli opposti, è spirito che si fa carne e materia che si fa pensiero, in un costante, eterno, andamento circolare. La Torre dei Pazzi, questo è il titolo scelto dall'autore, e il riferimento ai pazzi e alla torre nella quale venivano rinchiusi sembra essere una porta di accesso alla molteplicità del sentire di questa raccolta. Molteplice perché si muove in un contesto temporale ampio, ma molteplice anche perché la pazzia sembra essere proprio l'incapacità di riuscire a ridurre ad unam una serie di istanze diverse, dell'addivenire quindi a una visione del mondo che sia il più possibile unitaria. Si compie nell'atto di questa poesia la chiusura della porta della torre dei pazzi, quella segnata dalla sofferenza del diverso, e si apre invece, con questi versi, un viaggio in una pazzia altra, che è quella di essere fedeli a se stessi in quel modo e con quei mezzi che solo la poesia offre, a chi, come Angelo Grassi, le si concede.
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