Nell'alveo della vita
"Del resto eri a tuo agio con la gente, / mentre io un po' meno, / e forse è una mia colpa. / Tu eri la mia vista, / la mia parola / (quella vera la confidavo, allora, / tutta alla carta, come faccio ancora)". Per comprendere appieno il rapporto di Bruno Belli con la carta bianca e la scrittura bisogna partire da qui, dal passaggio di questa lirica. Per comprendere il suo rapporto con la poesia è necessario invece (o inoltre) considerare come la libertà dei sentimenti e dei segreti non sia semplicemente affidata a parole in libertà. Anche le poesie apparentemente "libere" della raccolta sono tutte formate dall'alternanza tra quinari, settenari ed endecasillabi, i versi base della nostra metrica tradizionale. Un poeta d'altri tempi? Semmai un poeta con l'anima di un galantuomo d'altri tempi. Di quelli che alla parola danno importanza, alla parola intesa come linguaggio artistico certo, ma anche alla parola data. Lungi dal considerare il suo universo l'ombelico del mondo, si muove dal particolare al generale e affianca al "diario privato", peraltro mai minimo, appunti lirici che vanno oltre.
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