Nel turbine statico dell'anima riflessa
Nel turbine statico dell'anima riflessa si presenta fin dal primo verso come un lavoro denso, profondo, sapientemente orchestrato che rivela un animo delicato ed attento a tutto, che scava fino ad arrivare al nocciolo più vero delle cose, fino a giungere al cuore delle azioni, così come delle stagioni, l'occhio vigile dell'autore svela tutto ciò che ogni cosa cela in sé, sotto la patina dell'esteriorità; Andrea Ferrari squarcia il velo dell'apparenza e ci mostra il reale senso di ogni avvenimento, di un tramonto, delle onde del mare, così come di una barca abbandonata. Ogni cosa è filtrata in lui da uno sguardo poetico, conferisce verità e profondità a ciò che osserva e, acutamente, ricrea. Ne vien fuori un'atmosfera intensa, ricca, a tratti sospesa, lasciata volutamente aperta per far sì che il lettore stesso possa concedersi alle sue suggestioni più intime. Lo stile di cui si avvale l'autore è affidato al verso libero, supportato da una meticolosa ricerca delle parole più appropriate, termini raffinati, versi molto brevi come lampi improvvisi che lasciano un'eco sulla pagina, così come nella mente del lettore.
Momentaneamente non ordinabile