Giona nella balena

Giona nella balena

Giona era un uomo giusto e credeva in Dio. Un giorno Dio gli parlò. "Giona, vai a Ninive" gli disse. "Là gli uomini sono malvagi. Di' loro di essere buoni e di obbedirmi". Ma Giona non voleva andare a Ninive. "Andrò invece a Tarsis" pensò Giona. Non arrivò mai a Tarsis perché durante una terribile tempesta venne buttato in mare dai marinai, consapevoli che il loro gesto li avrebbe salvati dalla morte certa. Giona non morì annegato, una grossa balena lo accolse per tre giorni nelle sue viscere per poi risputarlo sulla spiaggia nota di Ninive. In quel momento capì che doveva portare a termine la sua missione: "Avrebbe dovuto fare di Ninive una città migliore, sana, viva: era l'unico modo che aveva per poter essere di nuovo libero e zingaro". Camminando per le sue strade, guidato dal suo fiuto indagatore, Giona arrivò nel cuore di quella città nemica. Solo dopo due giorni, due notti, una mattinata e metà pomeriggio il suo occhio fu catturato da un cartello giallo con la stampa in nero che indicava semplicemente l'uscita. Imboccò il vicolo e scrutando e annusando l'aria arrivò davanti a una porta chiusa con un anonimo campanello. Ismaele e Nora sussultarono a quel suono...
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