Storie cattive
Perché "storie cattive"? Nei quattro racconti del giovane Marco Cattarulla si respira l'inquietudine, quel filo sottile che ci dà la sensazione che ci sia qualcosa che non va, che non è al suo posto, che sfugge al controllo del buon senso e della logica umana. La natura, grande protagonista, si ribella, si muove e assume sembianze sconvolgenti, "togliendo sotto ai piedi del genere umano le loro certezze e le loro forze". E si va al di là della netta suddivisione tra buoni e cattivi, perché i cattivi lo sono talmente tanto da travalicare quel confine tutto umano fatto di calcolo e assenza di scrupoli. Sembra che ci sia qualcosa di più forte, di più grande che sfugge al loro stesso controllo. E, intanto, seguiamo e aspettiamo che i buoni capitolino, senza gloria, senza possibilità alcuna. La vittoria, se così la si può chiamare, è sempre nelle mani di qualcun altro e si rivela una sconfitta, un precipizio che sconvolge l'ordine e il senso.
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