Luna rapita
Annalisa La Fauci avverte drammaticamente non tanto la precarietà delle immagini quanto piuttosto l'irrevocabilità del nostro esserci in quelle stesse immagini come soggetti guardanti, partecipi, amati e amanti. I mondi che abbiamo edificato restano anche dopo averli lasciati, giacciono tutti sul nostro cammino; ma il punto è proprio che quei mondi ci sopravvivono; questo è il fatto realmente struggente, perpetua fonte di nostalgia, che è letteralmente il dolore per un nòstos, un ritorno, impossibile ad un luogo che pure c'è, però mai più qui ed ora, con me, il che chiarisce come il tempo sia la struttura insieme costitutiva e distruttiva dell'essere umano.
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