La morte nella culla. Una finestra sul paradiso

La morte nella culla. Una finestra sul paradiso

Marta riceve un'educazione austera che, improntata sui principi del maschilismo e del cattolicesimo, detta le regole di uno stile di vita basato su impegno e sacrificio, sulla repressione dei propri desideri, fino a trasformare l'infanzia in una prigione di prevaricazioni e sensi di colpa. In adolescenza, matura un forte senso di giustizia e combatte fuori e dentro di sé per autoaffermarsi, senza però mai interrompere il rapporto con la religione. Cresce, si evolve, insegue libertà e verità, pur consapevole dei limiti che, decidendo di diventare madre, presenta tale percorso verso l'emancipazione. Poi le dure prove della vita, prima fra tutte la perdita improvvisa del figlio. Grazie al sostegno spirituale di una figura importante della sua formazione religiosa, Marta farà fronte allo smarrimento provocato da questo dolore così lacerante. Ma la ricerca religiosa, pur presente, non è dominante, mentre l'analisi psicologica con alcuni risvolti sociali si riferisce essenzialmente alla donna moderna, nell'eterno contrasto "lavoro o famiglia?".
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