Schegge d'emozioni
Si respira un clima apocalittico all'inizio di questa silloge di Simone Casula: ferro e sangue, morte, distruzione, sono oggetti poetici che l'autore plasma e adatta all'ambiente narrativo, anche l'amore è "pericoloso" in Schegge d'emozioni: un sentimento che incanta, strega, lega per sempre. Ma poi, tutto torna ad essere "reversibile" laddove si lascia una traccia, come la poesia, laddove in sostanza prevale la memoria sulla dimenticanza. Emerge in queste pagine il desiderio dell'Io lirico di appartenere al proprio tempo, e di riuscire a ritagliare uno spazio vitale che prescinda dall'immagine di sé "dominante" (sia essa formulata dagli altri, sia essa una personale proiezione); uno spazio quindi in cui "raccogliersi" per ritrovare la direzione, il significato del viaggio. Il linguaggio che qui l'autore sperimenta si nutre di materia, pesa e restituisce quel segno di costante (e fatale) "materialità" dell'esistenza, la poesia in tal senso dunque non è più solo traghettatrice del volo (dell'astrazione), piuttosto voce potente nel silenzio di un'umanità in bilico, tra "incerte ragioni", e certe contraddizioni.
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