La traccia dell'onda
Si resta con il fiato sospeso quando si vede la sua bambina di soli dieci anni tuffarsi e infilarsi libera nelle onde: in fondo, percepiamo il rischio del gioco. Ma anche l'immenso e consapevole amore di una madre che riconosce nel pericolo una proprietà costitutiva della vita che si trasforma e che non può essere inibita senza ridurre la vita stessa a morte, cioè immobilità, vana fissità. Restiamo, dunque, con il fiato sospeso anche per la bellezza dell'immagine che ci si para davanti e che non è inabissamento, ma apertura, quasi un volo.
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