Con l'anima negli occhi. Dove si parla di contadini, di socialisti e di innamorati
Stretto nella morsa di una sottile malinconia, un uomo decide un giorno di scrivere al suo vecchio professore di lettere e confidare a lui i dubbi, le illusioni disattese e le speranze inaridite di una maturità compiuta, eppur difficile da cogliere in tutta la sua bellezza. Il professore, figura paterna, esempio intellettuale ed educatore dello spirito, risponde benevolo riconoscendo immediatamente la penna e l'anima negli occhi dell'ex alunno, quella stessa anima ch'egli crede perduta in uno sguardo cieco. Comincia così un dialogo acceso, dai toni sempre più confidenziali, una sorta di laica confessione in cui lo "studente", ormai cresciuto, ritrova il gusto delle proprie passioni: come una fenice egli rinasce dalle proprie ceneri e incerto ma rinvigorito potrà spiccare il volo verso nuovi cieli.
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