Il cielo è ancora azzurro
Questa silloge di Vincenzo Libutti, similmente ad un album dei ricordi, raccoglie emozioni e storie del passato, ma finanche frammenti di un tempo presente fatto di gioia per le piccole cose quotidiane, e affetti familiari. C'è altresì il paesaggio delle origini dell'autore, Rionero in Vulture (PZ), a fare da sfondo ad una scrittura che cerca di restituire un profondo amore per la vita e le sue innumerevoli sfaccettature: per un'alba improvvisa e "timida", per un fiore secco nascosto in un libro che segna lo scorrere del tempo, e per tutto ciò che riempie l'esistenza di significato e che qui si coniuga in un verso gentile, "d'altri tempi". La rima, le assonanze, le consonanze paiono irrinunciabili per Vincenzo Libutti che cerca in queste pagine di suggerire un motivo, una musica che "incanti", forse un antidoto al "nulla" di questi tempi dove si può avere tutto ma ogni cosa non basta. E dove tutto talvolta si coniuga in un tempo vuoto, senza storia né memoria.
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