Dal profondo 1948-1998
Questa silloge raccoglie cinquant'anni di esperienza, di amori e di disamori, di passione artistica e di ricerca. Si tratta di componimenti in cui la materia, la sostanza, domina il racconto. L'autore ama procedere per "accumulazione" e le parole non sembrano mai abbastanza, mai sufficientemente complesse, ricche, concrete. Egli plasma ogni verso, ma non per cantare il "bello" come detta chiaramente in una sua poesia, quanto per sfiorare l'impossibile (ed intangibile) senso della vita, le origini, la misteriosa scintilla che l'anima e che in principio (presumibilmente) l'ha generata. Questa poesia colpisce per la capacità di condurre appunto in profondità, lungo il tracciato di una ricerca dolorosa e rivoluzionaria al tempo stesso: la ricerca di sé. Sboccia dunque finanche dalla solitudine questo racconto poetico, è figlio dell'introspezione, dell'ascolto di una voce, di una eco solo apparentemente vuota e ripetitiva, solo apparentemente beffarda e reticente.
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