Arrivato per posta. Storia di due, mille vite
L'autore, per molti anni funzionario assegnato ai servizi scolastici e culturali italiani all'estero, è ricorso a un'invenzione singolare, paradossale addirittura: il colloquio tra un impiegato di un nostro consolato e le ceneri, in attesa di sepoltura e temporaneamente ospitate presso la sede consolare, di un connazionale morto in quella stessa città. Il romanzo si annuncia, quindi, come una rappresentazione in chiave satirica del mondo delle nostre sedi diplomatiche all'estero, con tutta una ricca messe di episodi, racconti, aneddoti ora curiosi, ora patetici, ora comici cui fa da contrappunto una parte più intimistica, sofferta e amara, con riflessioni, con ricordi commossi nei quali un'infinità di persone può riconoscersi. Il tutto amalgamato dal clima di confidenza e di amicizia, quasi di complicità, che si instaura tra il protagonista e il Morto.
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