Essere medico. Come l'empatia aiuta a guarire

Essere medico. Come l'empatia aiuta a guarire

Salvare una vita non è un lavoro come un altro, bisogna cercare, nonostante le condizioni difficili, di non lasciare indietro nessuno, di non farsi prendere dalla fretta e dall'abitudine, ma di trattare ogni paziente al meglio. Un medico può essere bravo e preparato, ma se manca di qualità umane riesce meno bene del medico empatico. Assistenza, cura, amore, dedizione, ascolto: queste caratteristiche sono chiamate soft skills o competenze trasversali. Rispetto alle hard skills, le soft skills sono difficili da acquisire, almeno in modo convenzionale, e più difficili da misurare. Secondo Standford Research Institute International, il 75% del successo di un lavoro a lungo termine dipende dalla padronanza delle soft skills e solo il 25% da competenze tecniche. E come sostiene Matteo Bassetti: «L'empatia nel nostro lavoro è la capacità di comprendere lo stato d'animo del paziente, capire perché reagisce e ci parla in un certo modo, che cosa prova, quali sono le sue emozioni profonde e i suoi intimi pensieri. L'empatia ci permette di entrare in sintonia con chi ci sta di fronte. Questo tipo di relazione è alla base dell'alleanza terapeutica, perché non è solo il paziente a doversi fidare del medico, ma anche il medico deve ascoltare, capire e fidarsi di quello che il suo paziente dice».
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