Cesare Fiorio. STRATOSferico
«L'ambizione, la passione, la perseveranza, il sacro fuoco, i lampi di genio, la voglia indomabile di vincere. E poi lo studio scrupoloso di ogni minimo dettaglio. La capacità di "leggere" ogni gara e ogni pilota e di elaborare una strategia fatta su misura per puntare diritto verso lo scalino più alto del podio. Un tale spirito di competizione per cui arrivare secondo significava aver perso. » Passione, tenacia, ambizione: questi gli ingredienti del successo della famiglia Fiorio. Una genealogia che parte dal nonno Sandro, proprietario di una conceria che fu crocevia per il popolo della Resistenza e successivamente capo ufficio stampa Lancia. Proprio con una Lancia Appia Zagato, Cesare Fiorio, appena ventiduenne, vinse il titolo italiano del campionato GT classe 1150 cc, legando indissolubilmente la sua vita al mondo delle automobili. Sintesi perfetta del manager automobilistico sportivo, a lui si deve il merito di aver reso il rally una disciplina professionistica. Ma ci sarebbero mille modi per raccontare Cesare: c'è solo l'imbarazzo della scelta, poliedrico e inarrestabile com'è. Fondatore di High Fidelity (HF), il reparto corse Lancia protagonista dei grandi rally internazionali, è stato Team Principal e direttore sportivo in Formula Uno con la Ferrari, la Ligier (poi Prost Grand Prix), la Minardi. Il re delle corse e, come se non bastasse, l'uomo delle competizioni nautiche in mare: due volte campione del mondo e sei volte campione europeo, batté nel 1992 il record mondiale della più veloce traversata transatlantica - il mitico Nastro Azzurro -, a oggi insuperato. Cristiano racconta suo padre in queste pagine piene di orgoglio e amore, intrecciando racconto imprenditoriale e ritratto intimo.