I sentieri della meditazione. Mindfulness: cos'è, cosa non è e perché ha cambiato il mondo
«Non giudicatevi, perché nella meditazione non c'è un modo giusto o sbagliato di praticare, esiste solo la vostra esperienza, l'unica cosa che conta, quello che c'è in questo momento. Potrebbero prevalere emozioni o sensazioni piacevoli, spiacevoli o neutre. Va bene così. Non rispondete con il pensiero. Vedete, un conto è leggere queste parole, pensarci un po' su, un conto è farne esperienza, sentire nel profondo. » Da qualche anno a questa parte, la parola «mindfulness» è entrata con forza nei nostri vocabolari e nella vita quotidiana di molti di noi, tra corsi, libri, influencer che ci raccontano come abbia cambiato loro la vita. Ma pensateci un attimo: sapreste dire, davvero, che cos'è questa mindfulness? Quando è nata, come si è diffusa, da dove deriva, se è legata al buddismo, alla mistica, alla fede, alla scienza? È per tentare di rispondere a queste domande che Dejanira Bada ha deciso di immergersi in un viaggio particolare: se è così difficile spiegare cosa sia la mindfulness, perché non provare a descrivere cosa non è? Facendo tesoro degli insegnamenti di alcuni mistici della cosiddetta via negativa, da Meister Eckhart ad Angelus Silesius, e di grandi maestri zen, l'autrice ripercorre origini e sviluppi di questa pratica, fino ad arrivare ai nostri giorni e alle diverse credenze errate che le girano attorno, passando quindi a definire la mindfulness proprio partendo da tutto ciò che non è: non è psicologia, non è una tecnica di rilassamento, non è una religione... Così come l'universo, Dio, i più grandi misteri che ci circondano, è quasi impossibile incasellarla dentro confini netti: va vissuta, provata, bisogna farne esperienza; la meditazione è un percorso empirico che deve essere sperimentato per essere davvero compreso.