Confiteor
Piergiorgio Paterlini ci consegna un mondo, non soltanto un libro. Raccontando di sé − in una confessione sorprendente, spregiudicata, il bisbiglìo a un amico durante una lunga notte − incrocia la sua storia personale con quella di un Paese, tra amarcord e ricerca delle radici, tra romanzo di formazione e la scelta di vivere "dalla parte del torto", in un turbinìo di episodi e riflessioni, fratture, ricomposizioni, struggimenti, sliding doors e sogni impossibili agguantati con tenacia, accadimenti mai svelati, fino all'approdo cui è arrivato come uomo, come pensatore, come giornalista, come scrittore. I grandi della letteratura fanno così. Non un'autobiografia, ma un modo tutto particolare di guardare retrospettivamente a sé stesso che coinvolge e rapisce, un "memoriale" commovente e colto che tiene insieme forza romanzesca e narrazione civile, passioni, legami, amori, maestri. E i "secoli" che hanno visto protagonista il suo sguardo di intellettuale dolcemente libero.
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