Amici per sempre. Storie di deportati della Shoah e dei fedeli cani che non hanno smesso di aspettarli
Storie di deportati della Shoah e dei fedeli cani che non hanno smesso di aspettarli. «Ci concessero solo pochi istanti per dire addio a Hanni, il nostro cane, prima di spingerci verso la stazione e di farci salire sui vagoni già stipati di gente. Ancora oggi ho impressa nella mente l'immagine del mio amico e compagno, sulla porta, vicino all'uomo che si sarebbe occupato di lui, mentre lo salutavo con la mano. Almeno uno di noi era al sicuro.» Mentre l'Europa, uno stato dopo l'altro, soccombeva alle forze naziste, non furono solo le vite di uomini e donne a venire distrutte. Moltissimi animali domestici, cani e gatti soprattutto, fino a quel momento compagni amati e fedeli dei loro amici umani, soffrirono le conseguenze delle deportazioni. Impauriti, soli, incapaci di accettare l'abbandono, eppure consapevoli che qualcosa di terribile stava accadendo ai membri della famiglia, gli animali sono stati le vittime collaterali della Shoah. Nei racconti di alcuni sopravvissuti all'Olocausto, molti dei quali erano solo bambini all'epoca, si intrecciano quegli eventi tragici con i ricordi dolci e nostalgici dei loro amati animali. Sono storie tristi o a lieto fine, che testimoniano la forza del legame tra uomini e animali.
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