Gesù e i saldi di fine stagione. Perché la Chiesa non «vende» più
Immaginate che un guru del marketing sia convocato presso la Santa Sede da una commissione di alti prelati vaticani. Immaginate che gli venga sottoposto il problema più grave della Chiesa di oggi, ovvero la progressiva perdita di credibilità del suo brand e la conseguente inarrestabile emorragia di fedeli: fuga verso altri culti, seminari sempre più vuoti, messaggi accusati di essere anacronistici, preti che non ispirano fiducia, liturgie domenicali deserte con pochi anziani praticanti, rifiuto dei sacramenti e dell'etica evangelica. Immaginate che il consulente riceva un briefing per realizzare una campagna di rilancio dell'istituzione Chiesa e del "prodotto" Gesù. Immaginate infine che il pubblicitario accetti la sfida, persuaso che la crisi del committente sia non solo una crisi di contenuti, che appaiono ormai lontani dalla modernità , ma anche una crisi di comunicazione, quasi che le gerarchie non riescano più a riformulare in modo attuale i fondamenti su cui si è basato il credo cattolico fin dalle origini. Attraverso gli strumenti del marketing d'avanguardia, il pubblicitario si lancia in un'analisi lucida delle strategie adottate dalla Chiesa fino a oggi e dei mutamenti del mercato che le hanno rese inefficaci negli ultimi tempi. E un viaggio alla fine di una stagione per capire come mai oggi la religione cattolica non fa più presa come un tempo sul vasto pubblico, ma è anche la scommessa di una nuova strada: una soluzione in termini di rebranding, repositioning e restyling...
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