La voce dei nostri silenzi
E' il 1939 e i sogni di Stevie Stanford sembrano essersi infranti. A sedici anni ha un unico desiderio: insegnare. Quando suo padre muore all'improvviso però Stevie è costretta a lasciare la scuola per aiutare la madre a mantenere i fratelli più piccoli. Le giornate, ormai, le trascorre in una fabbrica di Londra e per i suoi amati libri non c'è più tempo. A peggiorare la sua condizione arriva la guerra, con i bombardamenti, gli allarmi, il razionamento del cibo e le corse disperate fino in cantina. I giorni della spensieratezza e della libertà sembrano fittiti. Poi però incontra Michael, poco più grande di lei, appassionato di fisica, di invenzioni e di Samuel Morse, l'ideatore del telegrafo. Michael è diverso da chiunque lei abbia mai incontrato, e una nuova luce comincia a rischiarare l'esistenza di Stevie. Le giornate scorrono più veloci, il lavoro è meno faticoso e le notti sono tutte stellate. Ma Michael è giovane, in salute, una risorsa importante per le truppe alleate e viene spedito al fronte, in Africa. Stevie e Michael sono costretti a lasciarsi, ma giurano di ritrovarsi, a Londra, subito dopo la guerra. Quella promessa, però, non verrà mantenuta, e i due, allontanati da una tragedia inaspettata, si perderanno di vista. Solo anni dopo si incontreranno per caso, forse per capire che a volte il tempo può essere fermato. Basta desiderarlo ardentemente.
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