Giochi a Firenze e in Toscana nel Rinascimento
Bambini, ragazzi e adulti giocano fin dall'alba dei tempi: il gioco è un diritto, un impulso naturale. Oggi computer e telefoni cellulari hanno ucciso ogni vecchio passatempo, e pochi si ricordano del Civettino o delle Pallottole, del Beccaglio o dell'Acculata. È un vero peccato, perché la maggior parte dei giochi sono custodi di perdute ritualità, culture millenarie, saperi d'ogni classe sociale. Strumenti per addestrare la memoria, esercitare il corpo, imparare a evitare i pericoli. Tuffandosi in antiche cronache, rispolverando vecchi trattati o attingendo da celebri opere d'arte, gli autori di questo libro ricostruiscono un mondo ludico oggi scomparso, fatto di giostre e capriole, carte e palloni, filastrocche e tante, tantissime corse all'aria aperta.
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