Assassini di Cartagine (Gli)
Cartagine, 228 a.C. Ci troviamo fra la prima e la seconda guerra punica, e fra Roma e il potente regno africano è in atto una temporanea tregua. Eppure il sangue continua a scorrere in città: in un solo giorno, il capo delle guardie Bolmicare si trova di fronte a tre casi di omicidio apparentemente privi di collegamento: un santone buddhista in pellegrinaggio in Africa, un facchino del mercato e un ricco affittuario. Come se non bastasse, c'è un'altra notizia che inquieta Bomilcare e lo induce a mettere sotto protezione la sua amata Aspasia: Agizul, il capo della rivolta dei mercenari numidi che lui aveva fatto arrestare, è evaso dalle cave di pietra dove stava scontando l'ergastolo, e gli ha giurato vendetta. Ma Bomilcare non ha neppure il tempo di iniziare le indagini che riceve dai superiori un incarico gravoso e poco gradito. Il Senato romano considera con diffidenza le attività cartaginesi nella penisola iberica; perciò il Consiglio di Cartagine invia un'ambasceria a Roma. E spetta a lui accompagnare gli inviati: ha combattuto in Iberia, è pratico delle consuetudini romane e inoltre deve proteggere i membri del Consiglio. Si tratta di una casualità, oppure qualcuno vuole ostacolare le sue indagini allontanandolo dalla città? C'è qualche relazione tra i tre omicidi e gli altri avvenimenti? Bomilcare parte a malincuore per Roma, dove incontra il suo vecchio amico e avversario Letilio e raccoglie informazioni sorprendenti, la cui importanza tuttavia si rivelerà soltanto dopo il suo ritorno.
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