Calcio
L'italiano Arnaldo Momigliano, professore emerito esperto del mondo classico, esule in Inghilterra a causa delle leggi razziali, nel corso di un convito annaffiato da abbondanti libagioni scandalizza il circolo accademico di Oxford affermando che la prima partita di calcio è stata giocata a Firenze nel 1530, in piazza Santa Croce. I compassati professori oxoniensi ne fanno una questione d'onore: ma come? L'Italia osa rivendicare la paternità di uno sport che, tutto il mondo lo sa, è eminentemente inglese? L'acceso dibattito viene portato in tribunale, ma in altri tempi sarebbe finito in un duello. Al "processo" Momigliano ricostruisce una storia avventurosa e irriverente, mai raccontata dalla storiografia ufficiale, avvenuta nel corso dell'assedio della Repubblica fiorentina da parte delle truppe spagnole di Carlo V. In spregio alle minacce e alle prepotenze dell'imperatore, i fiorentini scelsero di festeggiare ugualmente il loro carnevale nonostante gli attacchi nemici, praticando un gioco con la palla che infiammava l'animo della folla. Punti nell'onore, gli spagnoli non vollero essere da meno dei loro avversari, e per un giorno il campo di battaglia si spostò sul campo da gioco. Il calcio nacque così, come uno sberleffo contro le atrocità della Storia.
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