Ladri d'inchiostro

Ladri d'inchiostro

E l'estate del 1614, e il vento sta cambiando nella Spagna dell'Impero. Madrid pullula di soldati che preferiscono l'ozio alle armi, mentre il duca di Savoia minaccia il territorio spagnolo di Milano e nel sud Italia iniziano le manovre per la successione. Intanto, a dieci anni dalla stampa del Don Chisciotte, un tale, noto come Alonso Fernandez de Avellaneda, pubblica un romanzo spacciandolo per la seconda parte del capolavoro di Cervantes. Si dà il caso che nel prologo Avellaneda getti infamia sulla persona dello stesso Cervantes, arrivando a tacciarlo di sodomia e destando così le attenzioni dell'Inquisizione. L'evento, realmente accaduto, suscita negli ambienti della capitale reazioni a catena ma, soprattutto, fa andare su tutte le furie l'editore di Cervantes, Francisco Robles, che da anni aspetta il seguito originale del Don Chisciotte. Adirato per quello che considera un mancato guadagno, Robles incarica un suo dipendente, Isidoro Montemayor - anch'egli hidalgo, anch'egli ex soldato -, di indagare sull'uomo che si firma come Avellaneda. Per scoprire la verità, Isidoro si introduce nei salotti di corte e nei bassifondi cittadini, rivelando, attraverso il "caso Cervantes", gli intrighi politici e la corruzione di una Spagna che si avvia a una inesorabile decadenza.
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