Mistero del Mar Morto. Lo scandalo dei rotoli di Qumran (Il)
Era il 1947 quando in circostanze fortunose, a trenta chilometri a est di Gerusalemme, furono rinvenuti in una grotta allora conosciuta solo dai beduini insediati nell'area, i primi frammenti di quelli che presto sarebbero divenuti noti al mondo come i rotoli di Qumran. La notizia allertò decine di studiosi, università e istituti di ricerca privati e religiosi, oltre che le autorità del nascente stato di Israele. La guerra arabo-israeliana del 1948 bloccò le ricerche, che ripresero in modo febbrile negli anni seguenti e fino al 1956, mentre il governo israeliano annunciava di aver recuperato tutti i primi ritrovamenti. Erano centinaia i manoscritti dissotterrati fino a quel momento. Alcuni di questi furono riprodotti e dati alle stampe, per gli altri ci vollero anni, se non decenni. Ma il ritardo con cui venivano resi pubblici alimentarono sempre più i sospetti. La vicenda assunse i contorni di un caso internazionale e solo negli ultimi tempi gli esperti di esoterismo e storia delle religioni, Michael Baigent e Richard Leigh, sono riusciti a ricostruire quello che è stato definito "lo scandalo accademico del Ventesimo secolo". I due studiosi ci spiegano come e perché la stragrande maggioranza degli ottocento antichi manoscritti in ebraico e aramaico, rimasti sepolti per diciannove secoli, è stata tenuta nascosta dalle varie accademie di orientamento religioso fino a tempi molto recenti.
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