L'arcontastorie
Il volume contiene cinque storie in versi novenari, scritte in dialetto perugino, nel registro rustico e conservativo del contado meridionale, con più di una venatura arcaizzante. Si tratta di storie di donne, realistiche e a volte tragiche, come quelle che tanti spunti hanno fornito alla costruzione dei patrimoni di oralità di cui erano depositari i cantastorie e di cui oggi restano poche tracce, residui di una società agricola ormai irreversibilmente alle nostre spalle. L'autrice ha restituito voce, volto, identità e dignità a eroine dimenticate di una società al maschile e ha dato visibilità al coraggio del quotidiano, dove le violenze e le prevaricazioni erano continue, tra il silenzio e l'indifferenza del contesto, la rimozione e la spesso tardiva compassione cui si arrivava dopo tragici o luttuosi epiloghi, restituendo la parola agli ultimi, o meglio alle ultime, attraverso una scelta poetica partecipe e solidale di episodi di sopraffazioni subite o di trasgressioni poste in atto da donne che, per ragioni diverse, sfuggono ad una condizione di subalternità secolare.
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