Io, prima persona plurale
Nel 2015 il destino di Viola viene stabilito da un algoritmo e, come il suo, quello di altre migliaia di vite. Insegnanti disperati costretti a emigrare come esuli in giro per l'Italia. Chi viene trasferito da Sud a Nord, dalle Isole al Centro, con l'unica promessa di una cattedra tanto ambita quanto promessa. Incastrata dal meccanismo ingiusto e forfettario, Viola è costretta a trasferirsi a Milano, lasciando la sua Salerno e il suo "bambino sempre seduto". Lei, che vivrebbe di musica, arte e letteratura, si ritrova a insegnare materie scientifiche a bambini altolocati, in un collegio in cui non è affatto la benvenuta. A consolarla trova soltanto il sorriso mai richiesto del vecchio rettore del collegio, Giorgio. La compagnia di Cecilia, un'esule come lei, adottata da Milano da vent'anni. Ma soprattutto Vincent, l'artista di strada che suona la sua arpa ogni sera di fronte il Duomo. Quando i loro occhi si incontreranno, Viola si ritroverà a dover scegliere se fuggire o lasciarsi ammaliare. "Io, prima persona plurale", è una storia commovente, emozionante e profondamente reale. Da leggere senza protezioni, ridendo e piangendo insieme alla protagonista.