Jean Sibelius
Sibelius ci ha lasciato un’eredità che ancora oggi interpella l’ascoltatore. Sovente confinato, a causa soprattutto di pur eccellenti lavori come Il cigno di Tuonela e Valse triste, in cineree atmosfere boreali, egli è stato in realtà, se si allarga la visuale a tutta la sua variegata produzione, un artista sempre animato da una chiara e forte tempra interiore che non è rimasta circoscritta all’ottimistico slancio «risorgimentale» vissuto allora dalla sua Finlandia, ma che si è sempre protesa a investire in senso morale ‘l’uomo’. E nella vecchiaia, dopo aver visto la sua nazione diventare finalmente vera nazione indipendente, sempre in nome di questa limpidezza vitalistica egli decise di isolarsi progressivamente per non dover così respirare la maleolente caligine che stava allora avvelenando gran parte del continente europeo.