Straniero
I barbari sono uomini che balbettano, il cui linguaggio non ha nulla di umano ma si riduce a suono inarticolato e privo di senso, gli Ebrei rifiutano ogni rapporto con gli altri popoli e sono chiusi nell'incomprensibile culto del loro unico dio, mentre una purezza immune dai vizi della civiltà ispira a Sciti e Germani un istintivo rispetto della giustizia. Sono solo alcuni aspetti di una riflessione sull'Altro che percorre l'intera storia delle culture antiche, tra arroccamenti identitari e spinte all'integrazione, relativismo dei valori e rigida proclamazione di una superiorità refrattaria ad ogni apertura, e che ha segnato in profondità l'immaginario dei secoli a venire. Straniero ricostruisce le tappe e i chiaroscuri di questa straordinaria avventura intellettuale. L'eredità dei Greci e dei Romani non comprende solo le tracce materiali della loro civiltà o gli splendidi frutti della loro arte e della loro letteratura: queste culture hanno consegnato all'Occidente anche un vocabolario per descrivere il mondo, catalogare le forme della vita associata, organizzare le avventure dell'intelligenza o la percezione del corpo e della natura. Ecco perché esplorare quel vocabolario significa per un verso guardare agli antichi da un osservatorio privilegiato, in grado di restituire l'immagine di una straordinaria esperienza storica, per l'altro riconoscere loro la funzione di interlocutori dei quali non possiamo fare a meno per pensare le grandi questioni del nostro tempo.
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