Il non memorabile verdetto dell'ingratitudine. Seguito dai «Sei pensieri grati e gratis»
Distopia arrischiata e originale, Il non memorabile verdetto dell'ingratitudine è libello schietto, colto e ruvido, comico e tragico insieme. L'anti-eroe, condannato per plagio da una gravosa e non identificata Azienda, ha l'unica colpa d'aver provato ad aiutare un paio di giovani impiegati della stessa. Nei limiti di una surreale e postuma condizione, un narratore improduttivo affida il racconto a una specie di manoscritto sopravvissuto come carne e carta scannerizzate da remoto e spiritico supporto. La bizzarra interilla che vi si incastona è trovata anti-narrativa dell'autore, tesa a ribadire una corporea fiducia nel collettivo d'un disperso e disseminato impegno umanistico, che i Sei pensieri grati e gratis si impegneranno a canzonare.
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