Trotula, donna di mare
I pesci di Peppe Desiderio, liutaio di Positano, sono pesci liberati dal legno: rami di ulivo, radici di erica. Persino frammenti dall’intaglio di un violino. Sono piccole metafore di libertà, nate dal garbo di chi non vuole ferire la materia. Sono forme minime, amuleti forse, che paiono emersi dal mare con la maestria di chi sa quanto il legno sia musica, respiro, forma. Sono istanti di bellezza che narrano meraviglie e tragedie, capolavori e storie di tutti i giorni. Dei e naviganti, numi furenti e uomini ancora più feroci. Pesci di legno che conoscono melodie di popolo, libri del mondo, assassini e grida di naufraghi. Storia di pesci e di legni è un intreccio di storie, canzoni, miti, e pesci di legno. Parole, fotografie e rami d’ulivo, tessuti come in una nassa. Narra di numi feroci e di uomini ancora più terribili. Grazie ai maestri ai quali sono stati presi in prestito immagini e poesie, questa è la storia di un pesce liberato da un tronco e di una sirena che non vuole diventare umana.