Vivere l'arte. Scritti (1934-1969)
Un’insostituibile guida all’opera di Rothko, seguendone l’itinerario artistico dal debutto, nel 1934, fino al 1969, un anno prima della morte.La pubblicazione degli scritti di Mark Rothko – uno dei più grandi artisti del XX secolo –, inediti fino a pochi anni fa, ha rappresentato un vero e proprio evento nel mondo dell’arte contemporanea. La scrittura, che compone una sorta di autoritratto intellettuale assieme pubblico e intimo del pittore, si alterna qui all’opera. Il curatore Riccardo Venturi accompagna il lettore nell’atelier di Rothko in un percorso anche visuale, che si snoda lungo 38 immagini, tra dipinti, disegni preparatori, installazioni e fotografie dell’artista, doviziosamente commentate. I testi sono di straordinario interesse: dalle lettere ai suoi amici pittori alle memorie del viaggio in Europa – in particolare in Italia: dopo aver visitato Paestum, Rothko scopre di «aver sempre dipinto templi greci senza saperlo» –, dai quaderni di note sul surrealismo, su Picasso o Miró, alle amare confessioni sul mondo dei mercanti e dei critici d’arte. Emergono così le ambizioni di una personalità artistica che ha rivoluzionato la pittura del Novecento, ma anche il confronto serrato col modernismo. L’arte è per Rothko una dimensione profondamente umana e il racconto dell’esperienza dell’insegnamento è occasione di confronto con la natura emotiva e istintuale dell’atto creativo, una dimensione connaturata allo stesso essere umano, come il parlare. L’arte si rivela inoltre per Rothko come una zona d’interscambio. È la creazione di un immaginario spazio di comunicazione tra l’artista, la pittura e lo spettatore: «Il modo migliore in cui posso coinvolgere lo spettatore è quello di rendere il quadro così grande che non può assorbirlo con un solo sguardo. Deve essere avvolto dal quadro. Deve essere in grado Dipinti che respirano, presenze percettibili di spalle, colori visibili al buio: così Rothko sentiva e pensava la sua pittura – e così ne ha lasciato testimonianza scritta, di vederlo girando nello spazio. Non intendo le relazioni spaziali, intendo lo spazio fisico».