Partigiani del grappa. Il rastrellamento nazifascista del settembre 1944

Partigiani del grappa. Il rastrellamento nazifascista del settembre 1944

Tra il 20 e il 21 settembre 1944, il massiccio del Grappa venne circondato da ingenti forze militari tedesche e fasciste con le quali i partigiani ingaggiarono alcuni scontri armati. Le forze della resistenza ebbero un numero di perdite limitato, ma non disponendo di armi e munizioni, dovettero ben presto abbandonare il terreno; per la maggior parte i partigiani riuscirono a sganciarsi, a superare i posti di blocco disposti attorno al massiccio e a nascondersi. Per poterli catturare il Comando germanico mise allora in atto un piano crudele: diffuse la notizia che a coloro che si fossero presentati spontaneamente sarebbero state condonate le pene e sarebbero stati arruolati oppure mandati a lavorare per la Todt. La popolazione accolse il provvedimento come la liberazione da un incubo e i familiari dei partigiani e dei renitenti convinsero i ragazzi a uscire dai nascondigli e a presentarsi al Comando tedesco. Purtroppo, la promessa si rivelò un inganno. Per alcuni giorni, in tutti i paesi della fascia pedemontana del Grappa, si susseguirono fucilazioni e impiccagioni e un numero imprecisato di giovani venne inviato nei campi di concentramento tedeschi.
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