Corruzione all'italiana. La misurazione del fenomeno tra realtà e percezione
"L’Italia è un Paese corrotto, anzi tra i più corrotti in assoluto", "I politici si preoccupano solo dei propri interessi", "Servono le amicizie per evitare le lunghe liste di attesa", "La politica è tutto un magna magna": queste sono solo alcune delle frasi ricorrenti quando si parla di corruzione nel nostro Paese. Simili generalizzazioni nascondono un malcontento diffuso, di cui è difficile individuare l’origine, e, per effetto di un circolo vizioso, contribuiscono a loro volta a rafforzare l’immagine di un Paese corrotto e irrecuperabile. Per comprendere da dove derivi questa rappresentazione negativa, Anna Stanziano si è spinta oltre il dato numerico: nonostante siano numerosi i reati di corruzione registrati negli anni, secondo l’autrice questa è solo una parte della verità. Quella mancante, molte volte non così indagata, è che tale percezione sia dovuta ai media, al racconto che questi ultimi fanno del nostro Paese e alla spettacolarizzazione del fenomeno. Del resto, il racconto giornalistico è fondamentale per la formazione dell’opinione pubblica e della percezione che il cittadino ha del proprio Paese, specie quando si tratta di temi rilevanti per il funzionamento della democrazia.