Il mutamento delle subculture. Dai teddy boy alla scena trap
Dai teddy boy del Secondo dopoguerra ai punk della fine degli anni ’70, passando per rocker e modder, le sottoculture giovanili hanno affascinato generazioni di ragazzi e intimorito generazioni di adulti, quasi mai in grado di comprenderle e analizzarle fino in fondo. Questo fino alla loro scomparsa, complice la progressiva espansione della cultura hip-hop, partita dalla New York degli anni ’70 e culminata col fenomeno trap. Parlare di “sottocultura” trap, infatti, appare semanticamente errato: di sotterraneo e nascosto c’è poco o nulla, gli artisti trap svettano nelle classifiche globali e il tardo-capitalismo fagocita tutto ciò che può essere reso vendibile. Francesco Caroli prova ad analizzare il fenomeno con un approccio sociologico, cercando di indagarne le significazioni per i giovani e studiandone gli aspetti dissacranti rispetto ai valori della società tradizionale, con l’obiettivo di categorizzare il genere musicale secondo le nuove forme di aggregazione sociale.
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