Il volto dell'altro. Quando la gioia diventa scelta di libertà
Viviamo tempi di frammentazione, conflittualità e smarrimento. Il nichilismo ha soppiantato ogni credenza salvifica e ha rinchiuso l'umano in un'introspezione tanto superficiale quanto solipsistica, in una condizione di fragilità complessa di cui ci sfuggono l'origine, lo sviluppo e le responsabilità. Eppure, oltre al tragico, o forse proprio grazie a esso, riemerge una parola che appella, un desiderio inalienabile e inarrestabile di speranza. Questa potenza di esistere è il dono della gioia, che nasce dalla relazione e supera l'oscurità, la banalità, la mediocrità, andando oltre l'invadenza della comunicazione vuota. È la scintilla che restituisce spiragli di libertà e autenticità per ritrovare la nostra umanità. È l'atto libertario e politico dell'idiota filosofico, per dirla con Gilles Deleuze, che apre alla dimensione dell'autentico confronto verticale, inaspettato e irriverente con le questioni cruciali e, più di ogni altra, con il mistero. È ciò che ci salva da una vita senza riflessione, senza profondità, e che ci restituisce alla vita filosofica.
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