Ricordati del fiume
Una donna, dopo due mesi di coma, si risveglia improvvisamente. Non ricorda nulla del suo passato, non sa chi è. Intorno a lei non ci sono familiari né amici che possano aiutarla a colmare quel vuoto totale che sente dentro. Una dottoressa le racconta che è stata trovata mezza nuda riversa sul marciapiede davanti all'ingresso dell'ospedale. Non ha subìto violenza ma nel sangue sono stati trovati livelli alti di alcol e droga. "Sono una prostituta?", si chiede la donna in balìa di un'amnesia che non la abbandona i giorni seguenti. "Ho una famiglia da qualche parte del mondo? Chi sono io?". La ricerca disperata di qualche segno del suo passato non dà frutti e gli specialisti sono scettici su una sua ripresa. Eppure almeno il presente va vissuto, il futuro va immaginato, la quotidianità riempita di gesti, azioni parole. Una monachella, come la chiama affettuosamente, è lì a ricordarle che la vita può essere percepita anche se non si può far ricorso alla memoria e alla razionalità . Conquistata da questo e da altri discorsi ispirati dalla fede, la donna inizia una nuova vita, una vita scandita da regole e disciplina, da preghiere e silenzi, da momenti di comunità forzata e di solitudine assoluta. Una esistenza rinnovata, certo. Ma il passato può tornare improvvisamente come se n'è andato?
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