Scendo all'inferno ma mi fermo in paradiso

Scendo all'inferno ma mi fermo in paradiso

Un groviglio di emozioni che ti stringe stretto, che ti toglie il respiro, la vista si annebbia e non riesci più a vedere ciò che di bello ti circonda ma, soprattutto, non riesci più a vedere te stessa. L'Anoressia è come un groviglio che ti attanaglia, ti lega con fili di ferro che ti lacerano corpo e anima. Le ferite non sanguinano, ma le senti bruciare fin da in fondo gli occhi, che come si dice sono lo specchio dell'anima, sin dentro il cuore. Briciola ha solo 12 anni quando sprofonda inconsapevolmente nel dramma dell'Anoressia, precipitando come dentro ad un ascensore che la porterà, insieme alla sua famiglia, verso l'Inferno. Una storia scritta sulla pelle più che sulla carta, con un inchiostro indelebile sul proprio corpo, per cercare di cancellare o quantomeno coprire le cicatrici e i segni delle tante ferite lasciate da una malattia che devasta anima e corpo. Un elogio al grande amore che lega una figlia ai suoi genitori ma anche il percorso inverso di un padre, divorato dai sensi di colpa, che non si dà pace finché non rivedrà il sorriso di sua figlia. Un viaggio complesso, pieno di solitudine, paure, incomprensioni e rabbia, ma altrettanto carico di significati positivi e capace di lasciare un messaggio finale di grande amore, l'unica cosa alla fine che potrà farti evitare di salire in quello strano ascensore per l'Inferno o aiutarti, se già ci sei dentro, a trovare la tua fermata per il Paradiso.
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