Girotondo con la follia
Un nemico invisibile sconvolge giorno dopo giorno l'esistenza di quattro fratelli. Questo nemico dai molti volti e dai parecchi nomi, scritti a chiare lettere sui libri di medicina, segnerà irrimediabilmente la vita di Ruben e Norma, sgretolerà quella di Dante, assedierà costantemente i giorni di Ester. La follia non ha odore, non può essere radiografata, vista al microscopio, sconfitta dalle medicine; si aggira sovrana nelle pieghe dell'anima, tormentandola e giocando a nascondino con la ragione, distruggendo ogni tentativo di guarire, di fuggire in un territorio non raggiungibile dai suoi tentacoli. Con quelle dei protagonisti si intrecciano altre esistenze che, inevitabilmente, saranno coinvolte nella discesa all'inferno. La normalità e la patologia s'incontrano e si scontrano su una labile linea di confine che definisce una zona franca, una sorta di regione interiore che collega ciò che convenzionalmente è sano, normale, a ciò che non lo è. Tutto si compone e si scompone, in una continua dialettica fra luci e ombre, fra anima e natura che si specchiano continuamente l'una nell'altra, in un incessante dialogo di rimandi emotivi, di percezioni che spesso consolano, qualche volta feriscono. La luce di un sole quasi metafisico diviene una sorta di codice segreto che percorre questo romanzo in cui amore, paura, amarezza, si inseguono nel tentativo di agguantare una felicità che sembra dissolversi tra le dita dei protagonisti come neve capricciosa. Qualcuno sarà destinato a ritornare dal territorio grigio di frontiera, ne porterà dentro le tracce con la loro scia di umanità, compassione e poesia. Qualcun altro, invece, non si salverà da questa battaglia ma uno sguardo, più attento e profondo, farà intravedere qualche cosa d'inaspettato.
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