L' alba separa dalla luce l'ombra
Sylvia Shimdt è una scienziata, è figlia di una cultura materialista che riconosce solo nell'osservazione al microscopio la possibilità di comprendere qualsiasi cosa. Ma Sylvia Shimdt è anche vittima di un male ignoto, una melanconia che le impedisce di alzarsi, mangiare, dormire, osservare il proprio riflesso allo specchio. Eppure nel suo sguardo a volte balena una vitalità disarmante, ed è proprio facendo leva sull'intelligenza vivida e pura della ragazza che un giovane medico tirocinante cerca di catturare la sua attenzione, penetrando il muro che ha costruito attorno a sé per risvegliare in lei la curiosità per il mondo e la passione per la vita. Siamo nei primi anni del '900 e tutte le arti sono in fermento: la scienza sta per approdare a delle scoperte rivoluzionarie, la musica tocca delle vette altissime, la letteratura produce dei capolavori ineguagliabili come Gente di Dublino di Joyce. Ma forse esistono mali di cui la scienza ignora le cause, perché ognuno fa esperienza della propria verità che non è mai assoluta, e la mente, con le gabbie create per isolarsi dal mondo, è del tutto inadeguata a comprendere un fenomeno così immenso come la vita.
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